Il Gatto come simbolo porta fortuna

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Il Gatto come simbolo porta fortuna

Il gatto portafortuna cinese, noto come Maneki-Neko, è una figura iconica nella cultura cinese. Questo gatto di ceramica o porcellana è raffigurato con la zampa sollevata come se stesse salutando e con un sorriso sul volto, il che lo rende un simbolo di buona fortuna e prosperità.

Quali sono i motivi per cui il popolo cinese affida la propria fortuna
a questa icona e scopriamo assieme che radici ha nella storia.

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La figura del gatto portafortuna cinese si presenta in diverse forme e colori, ma la più comune è quella del gatto bianco con le macchie nere e la zampa sollevata. A volte, può avere anche una moneta o un pesce nella zampa, simboli di fortuna e ricchezza e viene spesso collocato all’ingresso dei negozi e dei ristoranti per attirare clienti e prosperità. Questa pratica è nata durante l’epoca Edo in Giappone, quando i commercianti utilizzavano il gatto portafortuna per attirare i clienti. In seguito, questa tradizione si diffuse anche in Cina e in altre parti del mondo.
Il gatto portafortuna cinese è diventato un simbolo popolare in tutto il mondo, spesso associato alla cultura asiatica e utilizzato come decorazione o regalo augurando fortuna per matrimoni, occasioni importanti e apertura di nuove attività commerciali.
Inoltre, è diventato un vero e proprio oggetto
di collezionismo, con molti appassionati
che cercano di trovare le versioni più rare e interessanti.
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Oltre al gatto portafortuna cinese, esistono anche altre culture che utilizzano i gatti come simbolo di buona fortuna. Ad esempio,
in Egitto il gatto era considerato un animale sacro e portatore di fortuna, oltre a incarnare la dea gatto Bastet. Mentre in Europa il gatto nero era associato alla stregoneria e alla magia.

Ma come si utilizza correttamente il gatto portafortuna cinese? In generale, si consiglia di collocarlo vicino all’ingresso della casa o del negozio, rivolto verso l’interno per attirare la fortuna all’interno dell’edificio.
Inoltre, è importante scegliere la posizione giusta: se il gatto porta una moneta nella zampa, dovrebbe essere posizionato vicino alla cassa o al bancone per attirare la fortuna finanziaria
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In conclusione, il gatto portafortuna cinese è diventato un simbolo iconico nella cultura cinese e giapponese, e ha conquistato il cuore di molte persone in tutto il mondo. Sia che lo si utilizzi per attirare la fortuna nei propri affari o semplicemente come decorazione, il gatto portafortuna cinese è un oggetto che porta con sé una grande storia e un significato profondo.

Bacchette cinesi, come e perchè

Uno strumento dal passato fino a noi

Le bacchette sono state usate in Cina e Giappone per mangiare fin dal periodo Shang datato tra il 1766 e il 1123 a.C. Secondo la leggenda, l’uso delle bacchette è stato suggerito da un uccello mandato dalle divinità ad un pescatore che non sapeva come consumare la carne preparata dalla moglie.
bacchette cinesi

Le bacchette cinesi (kuài zi) sono più lunghe e hanno l’estremità di presa più arrotondata rispetto alla parte posteriore che risulta di forma quadrata. Queste differenze riflettono le diverse abitudini alimentari che si trovano in Cina e Giappone, dove il primo fa uso di cibi con diversi tipi di cottura, mentre il secondo consuma pesce e alimenti a crudo.

Non c’è un modo unico di impugnare le bacchette: essenziale è che tengano saldamente il cibo per portarlo alla bocca. Secondo la fiaba cinese “Il Riso e le Bacchette”, l’uso delle bacchette simboleggia maturità, poiché rappresentano il prolungamento delle dita ed evolvono insieme alla vita della persona.

Ma sarà cosi?

Abbiamo appena detto che non c’è un modo unico per impugnare le bacchette, ma possiamo sempre dare qualche consiglio per farlo e renderne più semplice questa nobile arte.

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Ora vediamo come si usano le bacchette
La prima bacchetta dovrebbe stare nell’incavo tra il pollice e l’indice, appoggiata sull’anulare,
in posizione fissa La seconda bacchetta,
stretta tra le dita indice e medio,
deve essere tenuta parallela alla prima.
Le punte riunite dovrebbero combaciare.
Con un poco di allenamento questa posizione verrà sempre più spontanea e più funzionale.

Ma perchè si usano

L’uso delle bacchette si è diffuso perché consentono di disperdere il calore del cibo bollente appena estratto dal brodo o dai condimenti senza rischiare ustioni, oltre al fatto che la dimensione ridotta del cibo servito nei piatti non necessita di essere tagliato.

E la forchetta?

Naturalmente, oggi giorno, troviamo entrambe, quando ci sediamo al tavolo del risotrante.
Ci sono persone che essendo amanti della culura orientale, prediligono l’uso delle bacchette cinesi. Altre invece, tradizionaliste che continuano ad usare la forchetta in abbinamento al coltello. Ma a prescindere da tutto questo, la cosa importante è che possiate gustare dell’ottimo cibo preparato con amore.
forchetta e bacchette

All you can eat formula vincente

all you can eat

La cucina Giapponese solo per pochi eletti

Alla fine degli anni ’80, la cucina giapponese in generale, era considerata d’elite, quindi solo poche e facoltose persone potevano sborsare cifre esorbitanti per potersi cibare di queste prelibatezze. Fortuntatamente, oggi è diventato alla portata di tutti come fosse una pizza o un semplice fast food, grazie alla formula All you can Eat. Questo ne ha reso disponibile la fruizione da parte di tutti. Ma com’è stato possibile?

Un’idea geniale che ha rotto le regole della ristorazione per sempre.

maki salmone
Innanzitutto precisiamo che i ristoranti All you can eat non sono stati inventati in Cina, ma a Las Vegas, dove a mezzanotte si poteva mangiare nei buffet a volontà. In Italia è stata l’intuizione di alcuni imprenditori cinesi a stravolgere la ristorazione e far diventare il sushi una pietanza di successo alla portata di tutti. Ma come è stato possibile mantenendo una qualità standard?

Basta fare due calcoli statistici. Immaginiamo che una persona normale riesce a mangiare 100 grammi di cibo al quale dare un costo di 10 euro. Se la coppia va mangiare al ristorante è verosimile che lui mangerà 120 e lei 70, la media è 95, il ristorante guadagna 0.50. Se facciamo un conto simile su una famiglia di 4 persone, lui, lei e due bambini, il guadagno aumenta. 120+70+40+30=260÷4=65.

Spiegato il sistema All you can eat è chiaro che applicato correttamente  offre buona qualità ad un prezzo conveniente con chef competenti e son molta esperienza, utilizzado ingredienti di buona qualità garantento un’ecellente prodotto finito, ma questo si capisce subito, basta vedere quanto è frequentato il ristorante. A questo mondo nessuno regala niente, se un ristorante è pieno vuol dire che sta facendo bene la propria attività.

Emergenza Coronavirus Italia

intervista san marino rtv

Emergenza, allarmismo, paura e pregiudizi in italia

Nella trasmissione Khorakhanè (San Marino RTV) si parla di Coronavirus. Proprio oggi è tornato a riunirsi il Gruppo di coordinamento per le emergenze sanitarie della Repubblica di San Marino. La paura di essere contagiati ha alzato barriere di ogni sorta e messo un veto sulla cucina cinese. “E’ terribile il senso di solitudine” dicono Paolo Wong, ristoratore da trent’anni a San Marino e XuXuan Hu, gestore de “la Grande Cina” di Rimini. In studio con loro: Ivonne Zoffoli, Direttore Dipartimento Ospedaliero; Gabriele Rinaldi, Direttore dell’Authority Sanitaria; Valentina Chiaruzzi, interprete lingua cinese membro istituto Confucio

Coronavirus. Scuole chiuse in Emilia romagna e altre regioni

Coronavirus, allarme ristoranti

Xuxuan Hu

Clienti in caduta libera nei ristoranti cinesi

“Stiamo registrando un forte calo nell’affluenza al nostro ristorante – attacca XuXuyan Hu, per tutti ’Francesco’, titolare de La Grande Cina di via Destra del Porto, locale aperto 25 anni fa –. Queste defezioni da parte dei nostri clienti sono iniziate con le prime notizie arrivate sul virus, la settimana scorsa. E anche questa settimana è iniziata decisamente male, con tanti tavoli vuoti”.

assaggi

“Questo – prosegue Francesco – nonostante esperti e specialisti abbiano chiarito che al momento non c’è possibilità di trasmissione attraverso il cibo. Tra l’altro noi ci riforniamo per la nostra cucina da grossisti locali: ad esempio da Borgognoni di Rimini per le uova, dall’Arca per altri generi alimentari e così via. Inoltre siamo molto attenti all’igiene e alla preparazione delle pietanze.

Purtroppo le continue notizie diffuse dai media, che arrivano dalla Cina,
spaventano le persone, che preferiscono evidentemente altre soluzioni.
Speriamo che le cose cambino presto
perché subiamo conseguenze pesanti
dal punto di vista economico”.
tar tar

Che la psicosi da ristoranti cinesi sia infondata lo confermano gli esperti: “Il nuovo coronavirus – spiega l’infettivologo Massimo Andreoni – ha fatto il salto di specie dall’animale all’uomo in un mercato di animali vivi a Wuhan. E ora è ulteriormente mutato diventando in grado di trasmettersi da uomo a uomo. Capisco che la presenza di una nuova infezione preoccupi, ma non dobbiamo arrivare ad aver paura della nostra ombra. Né gli oggetti né il cibo del ristorante possono veicolare il microrganismo”. Insomma, ’assolti’ involtini primavera e ravioli.